Lista Falciani - Conti in Svizzera: Re Arabi, Star del Cinema e 7 mila Italiani. Dietro i nomi l'atto d'accusa al sistema bancario svizzero. Sono 150mila in tutto.
Quella lista è ora nelle mani dell'Espresso in Italia e di altri 44 giornali di tutto il mondo. Svelata dall'International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), il network di giornalismo investigativo con sede a Washington, lo Swissleaks è l'atto di accusa più grande contro le distorsioni del sistema bancario svizzero. Un materiale esplosivo, analizzato a fondo per otto mesi dai reporter di Icij con l'aiuto di una squadra di esperti in data journalism, e 140 giornalisti di 45 paesi.
Il risultato è un dossier su oltre 100mila clienti di più di 200 paesi con 81mila conti censiti dall'Iban tra il 1998 e il 2007. I file comprendono anche più di settemila cittadini italiani, che nel 2007 custodivano circa sei miliardi e mezzo di euro. Si tratta dei documenti raccolti da Hervé Falciani, un funzionario italo-francese di Hsbc. Nel 2008 la banca svizzera lo ha accusato di avere sottratto le informazioni, ma il suo arresto in Costa Azzurra su richiesta delle autorità svizzere si è trasformato in un clamoroso autogol: Falciani ha collaborato con i magistrati francesi e consegnato gli elenchi dei conti.
Tra gli italiani, i primi noti resi pubblici sono quelli dello stilista, del pilota e dell'imprenditore. Valentino aveva negli anni '06-'07 oltre 100 milioni di euro sui conti della Hsbc; per l'ex patron del Billionaire, 73 milioni in nove diversi conti; mentre era molto più 'povero' il Dottor Rossi, con 23 milioni.
Le indagini. Nel 2010 il governo francese ha distribuito la lista Falciani ad altri paesi, perché verificassero le posizioni dei loro cittadini. Le autorità inglesi hanno scoperto che 3.600 nomi, su 5 mila, non erano in regola, riuscendo così a recuperare 135 milioni di euro di imposte arretrate. In Spagna si è raccolto ben di più, 220 milioni, un record rispetto anche ai 188 milioni recuperati da Parigi. In Italia molti personaggi sono stati indagati per frode fiscale da diverse procure ma sulla possibilità di usare i dati nelle dispute fiscali sono stati aperti numerosi ricorsi.
La Svizzera chiese all Spagna l'estradizione di Hevre Falciani, senza ottenerla. Tra il 2006 e il 2008 Falciani, impiegato come informatico alla Hsbc ginevrina, ricopiò su cd-rom i dati di una montagna di clienti della banca, oltre 100mila appunto, consegnandoli alle autorità transalpine. Falciani dovrebbe essere processato nel paese elvetico con l'accusa di spionaggio economico, sottrazione di dati e violazione del segreto bancario.
L'accordo Italia-Svizzera. Il disvelamento della lista Falciani arriva a pochi giorni dalla firma dell'accordo italo-svizzero sulla volontary disclosure. L'intesa concerne una modifica del Trattato sulle doppie imposizioni e rivede l'articolo sullo scambio di informazioni adeguandolo agli standard Ocse. Si tratta quindi dell'ultima occasione per il cittadino che voglia mettersi in regola di regolarizzare la propria posizione con il fisco italiano senza incorrere in sanzioni penali per reati fiscali. Ad ogni modo, il cittadino dovrà comunque dichiarare e pagare tutto quanto dovuto al fisco. Una volta firmato, l'accordo dovrà poi essere ratificato dai rispettivi Parlamenti per entrare in vigore, poi, entro uno o due anni.
Operazione "Swissleaks". L'Icij è lo stesso team di giornalismo investigativo che ha smascherato i meccanismi usati dal Lussemburgo per concedere tasse ridotte alle società di mezzo mondo, facendo finire sotto accusa il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker.
Molti i capitoli neri della lista. Include almeno duemila commercianti di pietre preziosi, tra cui alcuni broker che si ritiene abbiamo trafficato quei "diamanti insanguinati" usati per finanziare le guerre africane. In un caso i documenti mostano come i funzionari della banca fossero a conoscenza dei sospetti. I vertici di Hsbc hanno inizialmente intimato al network giornalistico di distruggere tutti i dati. Poi, davanti alla mole di elementi scoperti dai cronisti, l'istituto ha riconosciuto che "la cultura e gli standard dei controlli erano molto più bassi di quanto avviene oggi. La banca ha intrapreso passi significativi per aumentare le verifiche e respingere i clienti che non rispettano i nuovi parametri".
Resta però il problema della finanza oscura, che muove i capitali nel mondo per sottrarli ai controlli di ogni tipo. Di fronte alle rivelazioni di Swissleaks, l'economista Thomas Piketty ha sottolineato: "L'industria off-shore è la maggiore minaccia per le nostre istituzioni democratiche e per le basi del nostro contratto sociale. L'opacità finanziaria è uno degli elementi chiave delle diseguaglianze".
Accordo fiscale raggiunto con la Svizzera: la voluntary disclosure
In concreto l'accordo concerne una modifica del Trattato tra Italia e Svizzera sulle doppie imposizioni e rivede l'articolo sullo scambio di informazioni adeguandolo agli standard Ocse. Si tratta quindi dell'ultima occasione per il cittadino che voglia mettersi in regola di regolarizzare la propria posizione con il fisco italiano senza incorrere in sanzioni penali per reati fiscali. Ad ogni modo, il cittadino dovrà comunque dichiarare e pagare tutto quanto dovuto al fisco. Una volta firmato, l'accordo dvorà poi essere ratificato dai rispettivi Parlamenti per entrare in vigore, poi, entro uno o due anni.
Se si considera anche il rafforzamento del franco nei confronti dell'euro, motivato dalle mosse della Banca centrale svizzera annunciate oggi, la giornata si può definire 'trionfale' per coloro che hanno capitali occultati in Svizzera. La firma sul trattato pone la Confederazione tra i Paesi 'amici' e mette coloro che sfrutteranno la sanatoria in posizione più vantaggiosa: non ci sarà il raddoppio delle sanzioni e il periodo di accertamento sui redditi si limiterà a 5 anni e non dieci. Anche se formalmente i Cantoni saranno in 'white list' solo dopo la ratifica del trattato, l'annuncio e la firma sono sufficienti per considerarli tali ai fini della voluntary. Con un franco più forte - inoltre - rimpatriare moneta e cambiarla in euro risulta molto più vantaggioso.
Sanatoria capitali esteri, via libera definitivo dal Senato
Con questa legge, chi avesse commesso violazioni fiscali e nascosto denaro o beni all'estero o in italia può far emergere le somme con un'autodenuncia, attraverso la cosiddetta voluntary disclosure: l'evasore dovrà pagare tutte le tasse evase ma avrà sconti su sanzioni-interessi, non incorrerà nelle pene previste per i reati fiscali compiuti e soprattutto non verrà perseguito per il nuovo reato di autoriciclaggio che è stato introdotto nel provvedimento proprio con l'obiettivo di dare una spinta all'emersione.
Tornando al testo, il pagamento da parte dell'autore delle violazioni dovrà avvenire "in un'unica soluzione" o in "tre rate mensili". La procedura potrà essere attivata entro il 30 settembre 2015 su violazioni commesse fino al 30 settembre scorso.
Il nuovo reato di autoriciclaggio, inserito nel codice penale italiano, prevede un doppio binario: condanne più severe se legato ad un reato presupposto punito con pene sopra i cinque anni e condanne meno severe sotto questa soglia. Soddisfatto anche il ministro della Giustizia Orlando.
L'autoriciclaggio non verrà punito "quando il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla utilizzazione o al godimento personale" purché, precisa il testo, non ci sia stata l'intenzione in tal modo di occultare i frutti del reato.
Nella lista dei presunti evasori nel 2006-2007 spuntano i nomi delle celebrità Stefania Sandrelli e Ornella Vanoni, degli stilisti Valentino e Roberto Cavalli, del sondaggista Renato Mannheimer, dei parlamentari Pippo Civati (PD) e Giorgio Stracquadanio, ex radicale passato a Forza Italia, legato a Marcello Dell’Utri, e del finanziere di Matteo Renzi, Davide Serra.
Se i nomi di Valentino Rossi e di Valentino Garavani erano già emersi, ora l'elenco si arricchisce con il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi e l'amministratore delegato di Benetton, Eugenio Marco Airoldi. Entrambi chiariscono che si tratta di investimenti regolarmente denunciati in Italia. C'è poi l'immobiliarista Manfredi Catella, che parla di un'ingente eredità (922mila dollari) su cui sono state pagate le tasse nel nostro Paese.
"I cittadini italiani associati a quei conti svizzeri (come beneficiari, cointestatari o procuratori dei conti) sono 7.499 e avevano depositi per un totale di 7 miliardi e 452 milioni di dollari", scrive L'Espresso.
"Oltre ai vip già emersi domenica scorsa , come il pilota Valentino Rossi, lo stilista Valentino Garavani e il manager Flavio Briatore (che ha la residenza fiscale all’estero), la lista comprende centinaia di imprenditori, dirigenti d'azienda, stelle dello spettacolo e professionisti di rango, ma anche commercianti, casalinghe e piccoli artigiani sconosciuti alle cronache".
Scorrendo la lista troviamo anche il costruttore scomparso Bruno De Mico, l'ex rettore della Bocconi Luigi Guatri, Luigi Maria Clementi del gruppo "I grandi viaggi" e l'ex direttore dell'autodromo di Monza Enrico Ferrari.
La lista prosegue con l'ex colonnello dei Ros, Giuseppe De Donno, che al settimanale dichiara trattarsi di un piccolo investimento di 5mila euro eseguito dal padre. Ricompare il nome di Silvano Larini, già coinvolto in Tangentopoli e oggi residente in Polinesia.
Altro cognome legato a quella stagione è Gardini. Il conto è intestato alla figlia di Raul, Eleonora. Tra le correntiste donne vi sono anche la giornalista Ludina Barzini e la vicepresidente del gruppo Bolton, Marina Nissim.
Nella Lista Falciani compare anche un volto molto noto per i milanese: Luigi Luini, il re dei panzerotti. Interpellato dall'Espresso, ha chiarito che quel conto di famiglia è stato chiuso anni fa.
Altri nomi presenti nell'elenco quelli di Maurizio Barraco, presidente del Banco di Napoli, e di Franco Gussali Beretta dell'omonima fabbrica d'armi. E' stato chiuso nel 2002 il conto di Luigi Zunino. Presente anche un conto intestato all'ex numero due di Alitalia, Salvatore Mancuso, il cui fondo d'investimento Equinox ha sede operativa a Lugano.
Stracquadanio, scomparso nel gennaio 2014, aveva una disponibilità notevole nel conto svizzero: dieci milioni e 700 mila dollari. L'Espresso ha contattato i suoi familiari, indicati come contitolari del conto, offrendo la possibilità di fornire chiarimenti. "Non ho alcun commento da fare", ha però dichiarato la sorella di Giorgio, Tiziana Stracquadanio, cointestataria del deposito svizzero insieme al padre Raffaele.
L'esponente di punta dell'ala 'ribelle' del Pd, Giuseppe Civati, già candidato alla segreteria del partito, viene invece collegato a un deposito con soli 6.589 dollari di cui è titolare suo padre Roberto, classe 1943, in passato amministratore di aziende importanti come la Redaelli Tecna di Milano. "Non ho mai avuto accesso a quel conto, di cui non sapevo proprio niente", ha dichiarato Civati a L’Espresso. "Solo ora mio padre mi ha spiegato – ha aggiunto – di averlo aperto quando era amministratore e azionista della Redaelli, che aveva fabbriche anche all’estero: c’erano soldi regolarmente dichiarati nei bilanci".